Pavia assediata

Il tradimento di Tufa rovescia la situazione.
Odoacre passa all’offensiva.

Luigi Casali
Pavia assediata
Da Odoacre a Napoleone Bonaparte
le Zanzare

Pavia è stata sovente coinvolta nelle numerose
guerre che si sono succedute nell’Italia settentrionale
fino al XIX secolo. Collocata sul Ticino, a poca
distanza dalla confluenza con il Po, Pavia, o Ticinum,
occupa fin dall’epoca romana una favorevole
posizione geografica che le consente di controllare le
vie di comunicazione verso i passi alpini, verso il
Veneto e verso l’Italia centro-settentrionale.
Dal 476 la città ha subito una serie interminabile di
assedi. L’ultimo drammatico sussulto si ha nel 1796
con l’arrivo dei Francesi e “l’insorgenza bianca”
contro i soldati della Rivoluzione. Pavia si trova nelle
retrovie dell’armata francese impegnata verso est
contro l’esercito austriaco. L’insurrezione, o
l’insorgenza che dir si voglia, preoccupa a tal punto
Napoleone Bonaparte che questi rientra
immediatamente a Milano e si porta a Pavia per
reprimere personalmente la rivolta, nel timore che
essa possa dilagare in tutta la Lombardia.

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