Archive for the ‘effigie edizioni’ Category

Corpi

16 aprile 2024

maggio 2024

Lou Lepori
Corpi
le Stellefilanti

Andrea rifiutava che il suo corpo fosse una macchina, pensata nella logica implacabile del consumo, legittimato da una classificazione tra esseri desideranti e soggetti passivi. Non era un monaco, né un asceta, strabordava invece di sensualità: luminosamente legata alla vita, come il mistero di tutte le cose inutili.

Con questo suo quinto romanzo, Lou Lepori conclude la «Trilogia dell’uomo solo». Thomas, il protagonista di Come cani faceva i conti con i nodi irrisolti di un terribile passato, politico e familiare, perdendosi in una valle invernale. In Effetto notte Alessandro vagava in una città americana alla ricerca del bandolo di un’esistenza sprecata, accompagnato dalle voci di una trasmissione radiofonica notturna. Il protagonista di Corpi è un ballerino a fine carriera, che decide di isolarsi volontariamente in una città dell’Est di cui ignora tutto, di cui non parla la lingua. Andrea è un personaggio che non lascia traccia – salvo qualche annotazione su un quadernetto – ma che rivendica una solitudine paradossale: pulsante di corpi, gesti, ricordi, nonostante le ferite e le delusioni; e dietro cui si cela il coraggioso rifiuto di ogni forma di violenza o norma.

In copertina: Pierre Piton in Actéon di Philippe Saire (2018), © Philippe Weissbrodt

Lou Lepori, queer e non-binario, giornalista culturale per la radio svizzera.
Traduttore dal e verso il francese (in particolare di Sandro Penna), ha fondato il semestrale “Hétérographe, revue des homolittératures ou pas” (2009-13).
Ha pubblicato raccolte di poesia (Qualunque sia il nome, Premio Schiller 2004; Strade bianche, 2013; Quasi amore, 2018); saggi e romanzi (Grisù, 2007; Sessualità, 2011; Come cani, 2015; Effetto notte, 2019).
Come regista teatrale ha firmato gli spettacoli Sans peau (2015), Les Zoocrates (2017), Klaus Nomi Projekt(2018) e Le Voyageur insomniaque (2022).
http://www.pierrelepori.com

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Zofrea

14 marzo 2024

aprile 2024

Stefano Foglia
Zofrea e altre donne
le Stellefilanti

Storie di donne eteree e di semplici uomini compongono una trama in cui i protagonisti sperimentano la passione, la volontà di essere sé stessi e di vivere l’amore secondo il proprio sentire, in un rapporto che parte dal proprio io e si espande fondendosi nella percezione dell’altro.
C’è la donna, motore dell’evoluzione dell’uomo, musa ancestrale che si presenta con diverse peculiarità. Dietro all’eros, si sviluppa nelle pagine del libro la fuga dall’infelicità, la ricerca folle della libertà, in un atto sessuale, in un rapporto fuori dagli schemi, nel ricongiungersi a figure familiari conflittuali, attraverso nuove sfide o l’amore.

In copertina: Norna (Nicola Samorì, olio su carta, 2022).

Stefano Foglia(Catanzaro, 1978). Vive a Bologna. Esordisce in poesia nel 2019 con Parole erranti. Racconti di viaggio (Edizioni Terra Marique) a cui segue la silloge A cinquanta metri dall’ordinario (Eretica Edizioni, 2023). Ha scritto la raccolta di prose Amunì e altri racconti (Lamantica Edizioni, 2022). Suoi testi sono apparsi sulle riviste di letteratura “Il primo amore” e “Le nature indivisibili”.

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Camposanto apocrifo

8 febbraio 2024

febbraio 2024

Alberto Bellocchio
Camposanto apocrifo
le Ginestre

Fui destinato pretore a Castell’Arquato.
La mia fu una lenta carriera; mi tenevo in disparte
dalla maretta politica che agitava il Ducato;
alla larga dai liberali e dai conservatori. Di protettori
io non ne volli, se poi si rischiava la testa in congiure,
pastette, sollevazioni; non erano tempi da esporsi.

Eccoli, in una così variegata molteplicità di ruoli in sorte ricevuti o conquistati. Notabili feudatari terrieri e piccoli nobili di provincia, giudici e notai, chierici ed ufficiali, medici e professori, imprenditori e avventurieri, scaltri servitori ed operai ambiziosi, mogli disperatamente sterili e mogli sottomesse nell’arte di fare figli, amabili suore e zitelle ossessionate dall’idea del peccato, politici prepotenti e giovani maestre che per la prima volta aspirarono il profumo che dà sentirsi libere. Ruoli comunque importanti del ceto che più contava. Ma che essi, peraltro inconsapevoli, seppero interpretare soltanto all’ombra di certi loro limiti invalicabili. E il sipario calato su di loro ne ha sancito un destino irripetibile. (Giuseppe Cordoni)

In copertina: Castell’Arquato (litografia da “Cosmorama pittorico”, 21 maggio 1842).

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Alberto Bellocchio (Piacenza, 1936). Fino al 1985 è stato dirigente sindacale. Ha pubblicato diverse opere poetiche, tra cui la raccolta Il gioco dei quattro cantoni (Lietocollelibri, 1997) e i racconti in versi Sirena operaia (il Saggiatore, 2000), La banda dei revisionisti (Moretti & Vitali, 2002), Il libro della famiglia (il Saggiatore, 2004), Ned Ludd (Moretti & Vitali, 2005), Segni dell’Eldorado (Moretti & Vitali, 2007), Mentita speme (Moretti & Vitali, 2012), La casa de martiri (Moretti & Vitali, 2014), Dovuto al gatto rosso (Edizioni l’Erta, 2016), Giacinto (Scritture, 2020), Il povero Piero (peQuod, 2021) e La maestra (Scritture, 2022). Presso Effigie ha pubblicato Il romanzo di Aldo (2007) e Vita di Dante (2019).

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Minareti, petrolio e libri osé

8 febbraio 2024

febbraio 2024

Minareti, petrolio e libri osé
a cura di Angiola Codacci-pisanelli
il Regisole

È nato prima il minareto o il campanile?
Perché i Paesi arabi più ricchi di petrolio sono anche quelli che rispettano meno i diritti delle donne?
E qual è il giro d’affari della finanza “halal”, che produce cibo, investimenti e anche cosmetici a prova di norme islamiche?
A questa e ad altre domande risponde Minareti, petrolio e libri osé.
Curato da Angiola Codacci-Pisanelli, questo libro raccoglie testi di esperti che raccontano l’influenza della musica araba sul pop italiano, o spiegano perché una cultura che noi consideriamo sessuofoba continua a sfornare romanzi erotici di altissimo livello, o come mai il Salvator Mundi di Leonardo è finito proprio in un Paese ostile alle immagini come l’Arabia Saudita.
Un’introduzione alla galassia arabo-islamica.

In copertina: un’illustrazione di Stefano Cipolla

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Naufraghi

30 ottobre 2023

novembre 2023

Walter Vai
Naufraghi
il Regisole

Un certo duca Buroni ogni venerdì invita a cena un senza tetto. Ognuno gli racconta le proprie vicissitudini, quasi a sdebitarsi per il bagno caldo e i vestiti puliti.
Uno di loro, Angelo Caduto, mostra una foto che esibisce tutta la sua bellezza di gioventù: biondo, occhi azzurri, alto e con spalle larghe.
Ora non resta neppure il ricordo di tanto fascino: il clochard è ingrassato, senza capelli, spalle ricurve.
Il duca ascolta, e diventa lui stesso narratore della propria vita, quando si ritrova ad ospitare la gentile e curiosa Giuseppina: «L’unica cosa che desidero è che lei seguiti a narrare. Se però non le diventa troppo doloroso».
Si intrecciano così episodi distanti nel tempo e nello spazio, distanti soprattutto nella percezione del vivere.
Cavallo Pazzo, Annina, Mariolone, Libero: una girandola di personaggi senza più un nome, che erano stati professori, preti o marinai, la cui vita ha fatto naufragio su una panchina del parco. Ognuno raccontando svela segreti che a volte, anche solo di poco, affievoliscono la potenza di quelle onde.

Walter Vai(Pavia, 1961), cantante, maestro di karate shotokan, una laurea in economia e commercio, ha pubblicato sedici libri: cinque gialli, un romanzo d’amore, una raccolta di racconti e diverse sillogi poetiche in italiano e in vernacolo.

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Genti di Po e Ticino

3 ottobre 2023

ottobre 2023

Giovanni Giovannetti
Genti di Po e Ticino
I mestieri della tradizione fluviale
Visioni

Con Genti di Po e Ticino entriamo in un mondo ai suoi confini: quelli che separavano le forme di reddito tradizionali, agricolo o industriale, dal mondo “altro” delle professioni di piazza (tali sono i cantastorie o i giostrai) o di fiume: lavandaie, renaioli, navaroli, pescatori, cordari e persino cercatori d’oro. Era la vita grama eppure irrinunciabile delle popolazioni rivierasche, nel tempo raccontata a Giovanni Giovannetti dai protagonisti di allora. Storie che ora leggiamo in questo volume, un felice affresco di testimonianze orali, fotografie e dipinti sui vecchi mestieri legati alla piazza – i cantastorie pavesi, i giostrai di Tromello – e all’acqua: quelli primari (lavandaia, pescatore, renaiolo, navarolo), saltuari (la raccolta di sassi bianchi, la raccolta dell’erba lisca, la cerca dell’oro) e derivati, come la fabbricazione di scope con la saggina, l’impagliatura di sedie con erba lisca, la fabbricazione di cesti con rami di salice o di corde e abiti con le fibre di canapa. Il racconto di quando la vita e il lavoro delle genti di fiume erano interconnessi all’ambiente naturale che li circondava.

In copertina: Lavandaia del Borgo Ticino (foto di Federico Patellani).

Giovanni Giovannetti (Lucca, 1955). Editore, fotografo e giornalista, tra i suoi libri: Belfast. Appunti sulla realtà nord-irlandese (1981); Diario polacco. Immagini di un anno di sindacato libero (con P. Brera, P. Flores d’Arcais, L. Foa e A. Sofri, 1982); Genti (1983); Scrittori per un secolo (con G. Fofi, 1993); Atlante del Novecento italiano (con E. Sanguineti, 2001); Ritorno a Danzica (con A. Sowa, 2004); Zingari di merda (con A. Moresco, 2008); Sprofondo nord (2011); Frocio e basta (con C. Benedetti, 2012 e 2016); Comprati e venduti (2013); Indagine su Leonardo (2015); Bananopoli (2019); Malastoria (2020). Presso Effigie ha curato la riproposta di Questo è Cefis. L’altra faccia dell’onorato presidente di Giorgio Steimetz (2010); L’uragano Cefis di Fabrizio De Masi (2022); Plagi (2012); Come è bella l’avventura (una biografia per immagini di Mino Milani) e la nuova edizione di un classico della “lingera” come Il ciarlatano di Arturo Frizzi (2022).

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Milhous

26 giugno 2023

luglio 2023

Aldo Colonna
Milhous
fuori collana

Nella storia cilena, l’11 settembre 1973 è il “giorno dell’infamia”.
In quelle ore le forze armate cilene, con un violento colpo di Stato di destra guidato dal generale Augusto Pinochet, hanno rovesciato il presidente Salvador Allende e la sua coalizione di centro-sinistra di Unidad Popular, ponendo fine alla sua democratica e pacifica “via cilena al socialismo”.
Nel 1970, Allende era diventato il primo presidente socialista e marxista democraticamente eletto nella storia dell’America latina.
A quel tempo il Cile sembrava a molti maturo per un esperimento socialista poiché era afflitto da una massiccia disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza.
Tuttavia, il sogno di un Cile democratico e costituzionalmente progressista non doveva passare.
Questo dramma di Aldo Colonna è anche una breve ma indispensabile lezione di storia.

In copertina: L’Estadio Nacional de Chile trasformato in campo di concentramento, durante il golpe cileno del settembre 1973

Aldo Colonna (Roma, 1948).
Scrive sul “Manifesto”. È stato per un anno il critico cinematografico del quotidiano “La Sinistra”. Suoi articoli sono apparsi su “Vie del mondo”, “Ciak”, “Esquire”, “Bell’Europa”, “Amadeus”, “La Repubblica”, “Il Secolo XIX”, “L’Unità” e “Diario”. Ha pubblicato poesie e racconti su alcune tra le maggiori riviste letterarie italiane (“Carte segrete”, “Alfabeta”, “Paragone”, “Nuovi argomenti”).
Tra i suoi libri, il racconto Brigata Gordiani (Skira, 2012) e Vita di Luigi Tenco (Bompiani, 2017).
Nel 2005 all’Università Complutense di Madrid ha tenuto un ciclo di lezioni sulla letteratura italiana contemporanea e sul neorealismo.

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Il transito degli ingegni

23 giugno 2023

luglio 2023

Ivan Francesco Piccioni
Il transito degli ingegni
le Ginestre

impossibile madre,
quali strade ho percorso, quali
madri diverse ho rifiutato
– le hai conosciute?

Figure di varia costituzione ontologica animano questo libro di Ivan Francesco Piccioni: bronzetti etruschi, Leonardo da Vinci, un amanuense anonimo, Leibniz, Charles Mingus, monili greci, Gilgamesch, un angelo, Caravaggio, un santuario buddista, una danzatrice di Degas… Figure/ingegni che trattengono, arcigni o sereni, nella precarietà dello stare che è propria delle “stazioni di transito”; né all’inizio né alla fine di un percorso ma durante. Di più: figure/ingegni che permettono al soggetto poetico di devolversi, di spostarsi in una pluralità di voci, se non proprio di darsi per interposta persona. (Gianni Zampi)

In copertina: Paul Klee, Il pesce d’oro (1925, olio e acquerello su cartone).

Ivan Francesco Piccioni (Roma, 1957) è da sempre disegnatore; ha fondato la rivista “Titus – quaderni di poesia” (1984-92); ha pubblicato il libro di testimonianze sulla Seconda guerra mondiale Nomos – la genesi della motitudine (Pequod, 2012), e il romanzo Vi precederanno – memorie da un racconto senza storia (Italic, 2015).

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Nell’entusiasmo di non sapere

23 giugno 2023

luglio 2023

Antonio Pibiri
Nell’entusiasmo di non sapere
le Ginestre

Spatola a miglior febbre
crema dei colori più acuti
Tu sfuma grigi
o resta – se credi
dove addensa

Come nell’era delle grandi esplorazioni geografiche si avanzava su terre e mari sconosciuti, così il vero scrittore avanza nelle sabbie mobili del dubbio, nella baudeleriana foresta dei simboli, nella landa di un’etica che riserva solo domande senza risposta.
Incontriamo qui un grande esploratore della parola, dei suoi enigmi, dei suoi misteriosi riverberi.
Parte per il viaggio portando con sé musica e memoria, come lui abituate a sfidare l’ignoto, ad aprire continuamente varchi destinati ai coraggiosi.
La poesia come stupore, strumento di avvicinamento al mistero, eppure arte umilissima, che chiede aiuto alle arti sorelle e che sa di essere disarmata di fronte alla vita e alla memoria. (Antonio Fiori)

In copertina: un’opera di Alessandro Ceni

Antonio Pibiri, nato a Sassari nel 1968, risiede ad Alghero.
Sviluppa attenzione verso la scrittura creativa e la musicologia.
Nel 2010 con Lampi di stampa pubblica Il mondo che rimane. Nel 2014, con lo stesso editore, Le matite di Henze.
Nel 2016 il suo terzo libro: Chiaro di terra (L’arcolaio, primo posto per l’opera edita al Plics di Sassari, ed. 2017).
Sempre nel 2017 gli viene assegnato il Premio Vp-Sardinia, arti contemporanee e ricerca, coordinatamente alle istituzioni letterarie di Austria / Salisburgo e la Società Dante Alighieri.
Nel 2018 pubblica Il prezzo della sposa (L’arcolaio).
Nel 2019 la sua opera trova spazio critico nell’Antologia di Marco Ercolani I fuochi complici.
Nel 2020 pubblica In cosa consiste il lavoro (L’arcolaio) e nel 2021 l’antologia critica, curata da Claudio Carmelo Pistillo e Antonio Fiori Le strane forme in cui ci salviamo (edizioni Delta3).
Hanno scritto di lui Flavio Ermini, Marco Ercolani, Cesari Viviani, Antonio Fiori, Rosa Pierno, Daniela Bisagno, Gisella Blanco, Carmelo Pistillo, Antonio Devicienti e altri.

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Zucchero

17 marzo 2023

marzo 2023

Matteo Carminati
Zucchero
fuori collana

Perché dovrei imporre a me stesso la speranza? E poi? Per cosa? Scappare inutilmente?

Italo Fusco – un anziano bergamasco scorbutico e abitudinario – viene rinchiuso dai figli in una casa di riposo segreta e simile a una prigione, un gerontocomio guidato con mano ferma dalla spietata direttrice Valerie e dalla poco tenera infermiera Irmengard affiancata dal taciturno fratello Hansel.
Dentro a queste mura abitate da anziani e degenti psichiatrici il clima è surreale e Italo pensa di evadere, ma non ne ha le forze. Fino a quando…
In Zucchero Matteo Carminati mette in scena un mondo dai sentimenti contrastanti: quelli che oppongono i figli ai padri; chi è in salute a chi non lo è; chi esercita il potere a chi suo malgrado lo subisce.
In un caleidoscopico altalenarsi di colpi di scena e situazioni a volte comiche, a volte grottesche, Italo proverà a dipanare l’aggrovigliato ordito della sua vita – e l’accentuata propensione al rancore e alla solitudine – con l’aiuto di “compagni di strada” come il conterraneo Nino, l’esuberante Aldo, l’ipocondriaca Giulietta.
E soprattutto apprenderà dal nipote Lando, così diverso da lui, un sorprendente lessico degli affetti famigliari.

Matteo Carminati (Alzano Lombardo, 1996 – Ardesio, 2022). Laureato in psicologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha svolto una intensa attività nel volontariato e nell’associazionismo: volontario del servizio civile nella Croce Bianca; caposquadra del servizio di emergenza-urgenza (meglio noto come 112); volontario presso il Centro don Orione di Bergamo.
Scrive racconti dall’età di 17 anni. Zucchero è il suo primo e unico romanzo.
Matteo è mancato tragicamente nell’estate del 2022, mentre seguiva un corso di formazione come pastore sulle Alpi Orobie bergamasche.

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